Todays Festival – day 2: Richard Ashcroft, Perfume Genius e Giorgio Poi
Articolo di Stefania Clerici | Foto di Corrado Iorfida
Secondo giorno di Festival, si riparte con altri tre concerti sul palco del giardino di Spazio 211 a Torino. Purtroppo a mezz’ora dall’inzio viene annunciato dall’organizzazione sulla pagina Facebook che Wrongonyou non potrà partecipare al live, quindi si inizia con l’elettro-malinconico pop di Giorgio Poi poco prima delle 19.30. Giochi di parole e sonorità oniriche colorano il tramonto che scende sulla città: psichedelia e cantautorato vengono fusi dal buon Giorgio, creando un mix un po’ Battisti e un po’ new wave che agitato ben bene con uno spritz (che però non fanno al bar, quindi Negroni a stomaco vuoto!) ci piace assai.
Storie di delicatezza e di sensibilità cantata a fior di pelle sono invece quelle cantate da Perfume Genius, alterego di Mike Hadreas, americano ma molto british che ricorda per sonorità e voce un po’ Anohni degli Antony and the Johnsons, un po’ Jonsi dei Sigur Ros e a tratti sui toni più bassi Florence Welch. La presenza scenica è tutta smaccatamente pop: mossettine che fanno il verso a David Bowie, gestualità e balletti alla Prince, caratterizzano il live dell’artista che regala quasi un’ora di concerto, concentrandosi sui pezzi del suo ultimo lavoro in studio “No Shape”, un disco da ascoltare e riascoltare piacevolmente.
Sono passate le 21.30 e tutto è quasi pronto per l’attesissimo Richard Ashcroft: ex leader dei Verve, un carisma che ho riconosciuto in pochi, tanto che non posso che dar ragione a Chris Martin quando nel 2005 presentò sul palco del Live8 a Londra Richard come “il cantante più bravo del mondo che ha composto la più bella canzone mai scritta”. “Bitter Sweet Symphony” ha effettivamente 20 anni e ha lasciato il segno in due decadi di generazioni, risultando tanto attuale oggi quanto allora: per rigustarla abbiamo atteso quasi due ore di live, ma che concerto quello di ieri sera!
Mad Richard sale sul palco per ultimo (e sarà poi il primo a scenderne), vestito da vero british boy: bomberino arancione, camicia bianca – che si sbottonerà pian piano – e skinny jeans: esuberanza ed imprevedibilità caratterizzano già il live dai primi pezzi, che è un’altalena tra i brani da solista e quelli che hanno fatto un’epoca con i Verve: è proprio su Sonnet e Space and time che il pubblico si scalda di più e anche lo stesso Richard è visibilmente preso bene quando le risposte dei fan a cori e assoli prendono una piega di botta e risposta tra lui e la platea, in cui l’artista gioca a riprendere e riarrangiare i brani in esecuzione.
Il direttore dei suoni e delle danze è infatti lui: a mani alzate, spalle al pubblico e imbracciando la chitarra, King Richard decreta remise e stop, rilanciando a suo sentimento riff e battiti, facendo divertire e soprattutto divertendosi tanto insieme a noi. Il trittico di Velvet Morning, Music Is Power e Lucky Man che va a chiudere la prima parte di concerto è un crescendo di poesia ed emozioni: impossibile non farsi trasportare da quei suoni così vivi e carichi di bellezza.
Un breve cambio di abito (anzi maglietta) di Ashcroft ci fa entrare nella seconda parte del live, in cui psichedelia e rock ballad prendono il sopravvento: da solo e in acustico Richard ci regala Check the Meaning e The Drugs Don’t Work, quest’ultima super pompata sul finale con l’improvvisazione dell’artista, che nel mentre vede rientrare la band a dar sostegno alla session. Il rock torna duro con la super hot Hold On che ci prepara per il gran e attesissimo finale di Bitter Sweet Symphony.
“Nessuno può dirsi mentalmente sano su questa terra. These are songs of experience, baby…” e c’è da ricordarselo bene dopo un live così!
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Scaletta RICHARD ASHCROFT – 26 Agosto – Torino
Out of My Body
Sonnet (The Verve song)
This Is How It Feels
Space and Time (The Verve song)
A Song for the Lovers
Science of Silence
Break the Night With Colour
Music Is Power
Lucky Man (The Verve song)
– – – – – –
Check the Meaning (Solo and acoustic)
The Drugs Don’t Work (The Verve song) (Solo and acoustic)
Hold On
Bitter Sweet Symphony (The Verve song)

