Articolo di Maria Laura Arturi (Milano)
Foto di Elisa Hassert (Milano)
Foto di Cesare Veronesi (Padova)
Protagonisti degli anni ‘70 e ‘80, gli Spandau Ballet riportano il fascino del New Romantic nel Bel Paese per tre date esclusive: Milano, Roma e Padova. Tour particolarmente atteso e controverso, essendo il primo dopo l’addio del frontman Tony Hadley, che lo scorso giugno ha deciso di abbandonare definitivamente il progetto per dedicarsi interamente alla carriera solista.
La band presenta al pubblico una nuova formazione, che vede il trentenne Ross William Wild come nuovo cantante del gruppo. Le perplessità tra i fan inizialmente non mancano, sia per la difficoltà di sostituire una figura iconica come Hadley, sia per la giovane età del nuovo frontman. Per quanto riguarda la data milanese, però, posso dire con certezza che una volta iniziato il concerto in molti si sono ricreduti all’istante: energico e affiatato col resto della band, Wild ha portato sul palco di un Fabrique gremito di fans una raffica di pezzi storici del repertorio degli Spandau Ballet. Si parte con una breve intro della celeberrima Gold, e poco dopo arrivano anche Only When You Live, I’ll Fly For You, True e Through The Barricades. Fin dalle prime note il locale è stato animato da una bellissima atmosfera, felice e al tempo stesso nostalgica, un clima in pieno stile Eighties capace di far tornare i quarantenni e cinquantenni presenti alla loro adolescenza. Protagonista della serata è stato sicuramente Steve Norman, polistrumentista storico della band, che ha dimostrato il suo talento con una serie di assoli di sassofono decisamente graditi dal pubblico. Allo stesso modo i fratelli Gary e Martin Kemp si sono esibiti in diverse riff basso-chitarra per la gioia dei fan.
Per chi ha “vissuto” una band come gli Spandau Ballet nel loro periodo d’oro, questo live è stato un vero e proprio tuffo nel passato. Ma è sulle note dell’immancabile Gold, pezzo conclusivo della serata, che viene spontanea una riflessione: per quanto gradevole, la serata risulta in qualche modo incompleta. Quello che manca, nonostante la bravura e la competenza tecnica di Wild, è l’inconfondibile voce del carismatico Hadley, che è un cardine insostituibile della band. Uguagliare e rimpiazzare del tutto una figura del genere (sia musicalmente, sia nel cuore dei fans di vecchia data) è un’impresa impossibile. Ciò non toglie che gli Spandau Ballet a distanza di anni siano ancora in grado di proporre uno spettacolo di alto livello, riportando sul palco dei brani simbolo degli anni ‘70-’80 e dando la possibilità ai loro ascoltatori di riscoprirsi, per qualche ora, new romantics.
SPANDAU BALLET: La scaletta del concerto di Milano
Gold (Intro)
Chant No. 1 (I Don’t Need This Pressure On)
Only When You Leave
Highly Strung
How Many Lies?
Virgin
This Is the Love
Reformation
Mandolin
Confused
The Freeze
To Cut a Long Story Short
She Loved Like Diamond
Once More
I’ll Fly for You
Round and Round
Instinction
Communication
Lifeline
True
—
Through the Barricades
Gold
Classe 1995, nata a Buenos Aires e cresciuta in provincia di Varese. Eredita dalla sua famiglia l'amore per la fotografia, una tradizione che la accompagna da sempre e che dal 2016 è diventata la sua professione a tempo pieno. Attualmente infatti si dedica al genere still life e alla fotografia di concerti, portando avanti anche dei progetti fotografici personali nel tempo libero.
LINKS //
Instagram: http://www.instagram.com/arturized //
Flickr: http://www.flickr.com/photos/arturized
Tony Hadley, frontman degli Spandau Ballet, torna con un progetto solista interamente registrato e prodotto in Italia, “The Christmas Album”, un album che ripropone alcuni...