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Reportage Live

SHAME + They Hate Change al Circolo Magnolia di Segrate: l’importanza di creare momenti

Foto di Andrea Ripamonti | Articolo di Giulio Taminelli

Serata strana, quella proposta dal Magnolia.
Due gruppi diversissimi tra loro, i They Hate Change che propongono un Hip Hop parecchio influenzato dall’elettronica e gli inglesi Shame che invece puntano su un Post Punk volutamente “crudo”, ma uniti dalla radice musicale comune delle sonorità underground made in UK (cosa molto strana se si pensa che i They Hate Change sono di origine statunitense).
Nonostante la serata si preannunci già così come parecchio interessante, il motivo del sold out è da ricercarsi in Food For Worms, nuovo album della formazione londinese uscito lo scorso 24 febbraio.
Insomma, ci sono tutte le premesse per un concerto veramente particolare.

They Hate Change

Formatisi a Tampa, nella Gulf Coast Americana, i They Hate Change sono un giovane duo particolarmente prolifico, con quattro album studio ed altrettanti EP all’attivo.
Vonne Parks e Andre “Dre” Gainey si sono fatti strada nel panorama Hip Hop internazionale grazie alla profonda conoscenza del genere e alle sonorità mutuate in buona parte dalla scena rave degli UK anni ‘90.
I due salgono sul palco del Magnolia con pantaloni bianchi e camicia blu, con Vonne Parks che indosserá un cappello verde per tutta la serata (non oso immaginare il caldo).

They Hate Change in concerto al Circolo Magnolia di Segrate foto di Andrea Ripamonti per www.rockon.it


Fin dal primo pezzo è chiaro come entrambi abbiano polmoni da vendere. Fraseggi, scambi e controcanti ad altissima intensità, il tutto saltando e “molleggiando”.
Di traccia in traccia, diventa sempre più evidente come il far ballare sia una priorità addirittura superiore alla presentazione dei pezzi, scelta encomiabile ma che purtroppo va a braccetto con la scarsa propensione del duo ad interagire direttamente con il pubblico, preferendo invece passare il tempo rappandosi in faccia o abbracciandosi (ad un certo punto mi son chiesto se io stesso non fossi di troppo mentre questi si guardavano negli occhi).

They Hate Change in concerto al Circolo Magnolia di Segrate foto di Andrea Ripamonti per www.rockon.it


Quasi tutta l’esibizione prosegue esattamente come appena detto fino a Screwface, pezzo decisamente più U.S.A. in cui cambiano passo e finalmente decidono di coinvolgere attivamente il pubblico.
Da qui fino alla fine del concerto devo dire che i They Hate Change sono stati ottimi, finalmente in grado di guidare il pubblico nel ballo e tra i vari momenti delle canzoni… peccato mancassero solo due tracce.
L’esibizione finirà con i due rapper stanchi ma felici di esser stati per la prima volta in Italia e desiderosi di tornarci ancora.
Per quanto non mi abbiano fatto impazzire come coinvolgimento, bisogna ammettere che l’intera esibizione è stata pulita e precisa a livello maniacale e, nonostante tutto, i presenti si sono divertiti a ballare come se fossero nel bel mezzo di un rave.
Insomma, bravi nel fare il loro ma con ampi margini di miglioramento a livello di tenuta di palco.

Shame

Quintetto di south London formatosi nel 2014, gli Shame sono una certezza nel panorama musicale d’oltremanica sin dalla pubblicazione nel 2018 di Song of Praise, loro disco d’esordio.
Nei tre album all’attivo pubblicati in cinque anni, gli Shame dimostrano le enormi possibilità di dialogo tra la scena post punk e indie rock in un sound unico ed estremamente riconoscibile anche dopo pochi ascolti in cuffia.

La band entra sul palco accompagnata dalle note di Memories, brano di Leonard Cohen.
Charlie Steen saluta il pubblico con un “Ciao Milano!” A volume altissimo. Nemmeno il tempo di pensare “vediamo se almeno lui considererà il pubblico” che a metà di Alibis ce lo ritroviamo praticamente in testa.

Shame in concerto al Circolo Magnolia di Segrate foto di Andrea Ripamonti per www.rockon.it

Davvero, nel primo terzo del concerto è stato ovunque, tranne che sul palco! (arrampicarsi sul traliccio delle luci non credo valga come stare sul palco). Continui crowd surfing sulla folla, pogo chiamati a ripetizione, pubblico (e fotografi) usati come vero e proprio prolungamento del palco su cui camminare e sdraiarsi. Una vera e propria furia, supportata da un band tutt’altro che tranquilla.
Charlie Forbes alla batteria picchia come un martello creando il giusto flow per l’instancabile (oltre che insensibile al calore) bassista Josh Finerty, un piccolo motore a reazione con le gambe che passerà l’intero concerto a correre sul palco in maglione.
Alle due chitarre, gestite ottimamente da Eddie Green e Sean Coyle-Smith, rimane “solo” il compito di creare quell’atmosfera volutamente “sbagliata” tipica del post punk.

Shame in concerto al Circolo Magnolia di Segrate foto di Andrea Ripamonti per www.rockon.it


L’intera esibizione rimarrà potente e impetuosa come un uragano fino a Six-Pack, traccia tratta dall’ultimo album Food for Worms che farà da punto apicale del momento distruttivo.
Da Tasteless in avanti, infatti, il concerto prenderà una piega decisamente più moderata sino ad Adderall.
Sia chiaro, moderata non significa necessariamente “lenta”. Seppur alcuni pezzi fossero decisamente delle ballad, spesso è bastato qualche accordo pesante o un cambio di batteria un po’ più calcato per riportare vitalità in sala.

Con Water in The Well comincia ufficialmente la parte finale del concerto, quella con i pezzi migliori dal punto di vista musicale. Tracce profondamente diverse l’una dall’altra ma pregne delle sonorità che hanno reso gli Shame famosi a livello internazionale.
Il live si chiude con Gold Hole, traccia dell’album Songs of Praise che regalerà un ultimo crowd surfing da parte di uno sfinito Charlie Steen.
Col senno di poi, sarebbe stato meglio risparmiare un po’ delle energie spese all’inizio per regalare qualcosa di più epico sul finale ma, ehi, dopo un’esibizione simile, qualcosa alla band si può anche perdonare.

Shame in concerto al Circolo Magnolia di Segrate foto di Andrea Ripamonti per www.rockon.it

Me ne vado sulle note di Raindrops Keep Fallin’ on My Head in sottofondo, riflettendo su quanta differenza abbia fatto l’interazione con il pubblico in questa serata. Credo che l’anima dei concerti post covid debba davvero essere votata a concerti strutturati in modo da regalare qualcosa in più al pubblico rispetto al semplice ascolto. Sembrerà un concetto banale, ma moltissime band fanno affidamento solo sulla musica, senza pensare che il momento del “concerto” può essere molto di più di una mera sequenza di canzoni ben eseguite. Stasera gli Shame hanno dato prova di questo portando sensazioni impossibili da provare durante l’ascolto in cuffia.

Clicca qui per vedere le foto del concerto degli Shame al Circolo Arci Magnolia di Segrate (MI) o sfoglia la gallery qui sotto:

Shame

La scaletta degli SHAME in concerto al Circolo Arci Magnolia di Segrate (MI)

Alibis
Alphabet
Fingers of Steel
Concrete
The LIck
Six-Pack
Tasteless
Burning by Design
6/1
Born in Luton
Fall of Paul
Adderall
Water in the Well
One Rizla
Snowday
All the People
Gold Hole

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