Articolo e foto di Antonio Belmonte
C’è voluta l’inaugurazione dell’Hard Rock Cafè più suggestivo d’Europa per riportare i Simple Minds a Firenze. La capitale storica della new-wave italiana ha così respirato per una sera i bei tempi che furono ospitando in una gremitissima Piazza Della Repubblica proprio coloro che di quella scena musicale sono stati a livello europeo fieri portabandiera, grazie ad album fondamentali come “New Gold Dream” e “Sparkle In The Rain”.
Preceduta da un guitar-smash di beneficienza, che ha coinvolto tra gli altri Piero Pelù e il Sindaco Renzi, e dall’esibizione acustica di James Walsh degli Starsailor la band di Glasgow sale sul palco alle 22.00, subito rompendo il ghiaccio con Moscow Underground, seguita a ruota dall’epico muro di suono di Waterfront, le cui granitiche propulsioni di synth-bass spostano letteralmente l’aria dentro il perimetro del salotto buono della città.
Assolutamente sganciati da qualsiasi esigenza promozionale di tour Jim Kerr & Soci razzolano liberi sul palco regalando ai 6000 presenti un’insolita versione di Upon The Catwalk e persino qualche pregevole perla elettronica del primo periodo come Love Song e Celebrate prima d’inanellare le tanto attese hit epocali Alive&Kicking e Dont’you forget about me. Con genuina naturalezza il buon Jim dialoga in italiano con le prime file, saluta, sorride, ringrazia i quattro compagni di band, incensa la “sua” Sicilia e con signorile professionalità interrompe addirittura Someone Somewhere in Summertime per lo scoppio di una rissa sottopalco, per poi riprenderla da capo con immutato trasporto.
Ormai ci siamo, il capolavoro New Gold Dream preannuncia l’imminente congedo, che arriva puntualmente, pochi minuti prima della mezzanotte, con la cavalcata elettrica di Ghostdancing: il brano diventa, come consolidata abitudine della band, un’immensa tela bianca che Jim Kerr colora a suo modo, prima scendendo giù dal palco per stringere le mani dei fan, poi ringraziandoli a voce per il trentacinquennale supporto, infine coinvolgendo tutta la piazza nel coro liberatorio di Gloria (quella di Van Morrison!), in una catarsi collettiva di voci, decibel e pioggia scrosciante, come a voler ricordarci che la Scozia non è poi così lontana.
Dopo la riaccensione dei fari e i saluti finali rimane il sapore appagante di un gran bel concerto a rimarcare l’affetto pluriennale che lega la città alla band scozzese. L’Hard Rock Cafè non avrebbe potuto ricevere benedizione musicale migliore!
Antonio Belmonte
Marco
12/07/2011 at 20:39
Bell’articolo. Io c’ero e confermo quanto scritto. Aggiungo soltanto che in questi ultimi anni Jim Kerr & Co. a mio avviso sono stati spesso sottovalutati sia da pubblico che da certa critica!
cristiano
19/07/2011 at 14:37
io purtroppo non c’ero e me ne rammarico parecchio! Il 4 luglio è il mio compleanno e mi sarebbe veramente piaciuto festeggiarlo con le menti semplici. Li ho (ri)visti lo scorso anno a Battaglia Terme e li ho visti in gran gran forma. Altri concerti nel nord est italia?
Marco
19/07/2011 at 20:31
Anch’io ero a Battaglia Terme, e prima a Spilimbergo e prima a Padova e prima a Venezia in Piazza San Marco (strepitoso) e prima… Al momento non ci sono date nel nord est: aspettiamo con pazienza!