ASIAN DUB FOUNDATION SOUNDSYSTEM @ C.S.O. RIVOLTA – DUB, RAPCORE E REGGAE IN SALSA ELETTRONICA INDOASIATICA
“Stasera quindi?”, “Beh ci sono gli Asian Dub Foundation al Rivolta, sarebbe ora di vederli no?!”, aggiudicato! Piadina e birra finite in tutta fretta e via verso il C.s.o Rivolta di Marghera (VE).
Il Rivolta ci ha abituati a concerti abbastanza affollati e mi aspettavo un centro sociale un po’ più pieno per un gruppo storico come gli Asian Dub Foundation ma, complice il tempo non proprio fantastico che invogliava a stare sotto il piumone e complice il fatto che qualcuno se li era già goduti qui nell’ormai lontano aprile 2011 (vederli due volte non fa mica male, restano pure sempre una delle migliori band dal vivo riconosciute al mondo! n.d.r.), il pienone non si è realizzato e forse è stato meglio così (per chi c’era, la situazione ricordava un po’ quella degli Atari Teenage Riot di marzo 2012). I presenti, comunque non pochi, si sono così goduti un super live con gli spazi necessari a ballare per ore al ritmo della musica caratteristica e subito riconoscibile degli ADF, una musica composta da sonorità eterogenee che accontentano tutti i gusti, dal rap al punk, dal reggae alla dub, dal tradizionale suono indiano dei sitar all’ambient e jungle, il tutto condito in salsa elettronica indoasiatica.
Non dimentichiamo che gli Asian Dub Foundation sono, sin dagli inizi, un gruppo impegnato e interessato al sociale (si formano a Londra nel 1993, alla London’s Farrington Community Music House, un’organizzazione nella quale il bassista Dr Das ed il dj Pandit J insegnavano ai bambini asiatici i fondamenti della musica tecnologica) e sullo sfondo scorrono infatti le immagini più diverse, dalle metropoli americane ai lavoratori dei campi messicani (sempre caro fu Zapata agli ADF). Sul palco da vent’anni, gli Asian Dub Foundation continuano a lottare per la parità dei diritti e contro le discriminazioni razziali con linguaggi musicali evoluti oggi verso il socio-tecnologico come dimostrato dall’ultimo lavoro “History of now” del 2011 e non c’è dubbio, davanti a loro tutti ballano goduriosamente allo stesso modo, bianchi, gialli, neri o rossi.
«Dub is the place we come to argue and debate», “Dub Mentality”, Asian Dub Foundation
Articolo di Veronica “TheBeast” Drago