Reportage Live

RAMMSTEIN in concerto a Codroipo (Udine)

Foto Credit Simone Di Luca, Thanks to Azalea Promotion.

Lo definirei senza alcun dubbio il concerto più atteso di luglio. Ed è proprio nella splendida cornice di Villa Manin, in provincia di Udine, che vi vado a raccontare la mia prima esperienza visiva con gli esponenti di culto della musica industrial-metal, i RAMMSTEIN.
Terza ed ultima data in programma per il nostro paese (che li aveva già ospitati a Bologna il 26 aprile ed a Roma il 9 luglio), per un tour europeo che li ha visti protagonisti nelle più prestigiose capitali, senza dimenticare le numerose esibizioni da headliner nei più grandi festivals quali Download, Waken e Nova Rock.

La storia di questa band inizia un po’ come tutte: nel 1993 la formazione, un demo registrato in casa spedito ad un concorso, la vittoria, la possibilità di registrare il loro primo album in studio (“Herzeleid”). Nel 1996 un regista li nota e decide di inserire alcuni brani nella colonna sonora del film “Lost Highway” . Nel 1997 la pubblicazione del secondo album (“Sehnsucht”) e da lì una carriera in crescendo, passando dal primo disco d’oro a decine e decine di riconoscimenti importanti, tra cui premi come “miglior gruppo internazionale”, “miglior performance live” e “miglior canzone”.

Arrivata alle 19,00 assieme ai miei amici, ciò che salta subito agli occhi è la tipologia di persone pronte a presenziare all’evento. Metallari, dark, gente eccentrica, casual, ubriaconi, giovani, meno giovani e moltissimi stranieri provenienti sicuramente da Germania, Austria, Slovenia ed oltre. Il tempo, ahimè, non prometteva nulla di buono, infatti, poco prima di arrivare all’entrata, ha iniziato a piovere a secchi! Cercato un riparo di fortuna, dopo qualche decina di minuti il cielo ci ha concesso la grazia e siamo finalmente entrati! Una veloce foto di gruppo, una birretta in compagnia e, dannazione, il cielo si è fatto sempre più nero, tanto che ha iniziato a scendere una quantità d’acqua davvero esagerata!!!

Temevamo tutti per il cancellamento dello show, ma dopo un’oretta (e la “danza della non pioggia” da parte mia), ecco lo staff con tanto di scopettoni pronti a spazzare via l’acqua dal palco ed il telo dei VOLBEAT srotolarsi tra il boato di felicità della gente.
Dopo qualche indecisione del tempo, verso le 21,00 i danesi hanno iniziato finalmente a suonare, riproponendo un mix di vecchi e nuovi brani, tra cui i singoli di successo Fallen, Still Counting, 16 Dollars, Heaven Nor Hell, Guitar Gangster & Cadillac Blood e l’immancabile Angelfuck, cover dei Misfits, dai quali, a mio parere, hanno avuto molte influenze, dato che il loro stile è un miscuglio di rock, metal, punk e rockabilly.

E dopo aver avuto la “botta di culo” più grande della mia vita, ovvero l’aver ricevuto in omaggio da un ragazzo dello staff un pass che mi ha permesso di assistere a tutto il concerto da sotto palco (e per questo ringrazio anche la maleducatissima tipa che mi ha fatto andar via dalla folla xkè la disturbavo col braccio alzato dopo appena una sola decina di foto), verso le 22,45 ecco finalmente calare il sipario riproducente un muro di pietre. La folla esplode in un boato di gioia già dal primo rullo di tamburo, una serie di botti, fuochi ed ecco che finalmente lo show ha inizio! Come primo brano hanno optato per “Ich Tu Dir Weh”, tratto dall’ultimo album del 2009 “Liebe Ist Fur Alle Da”, dove abbiamo il piacere di trovare un Till Lindermann (biondo platino ed avvolto da un curioso pellicciotto rosa), scendere lentamente da una pedana pirotecnica… La scenografia riporta fedelmente il video della canzone, con tanto di tastierista Christian “Flake” Lorenz che cammina su una tastiera-tapis roulant.

“Woll Ihr Das Bett In Flammen Sehen?” è il secondo brano proposto, che tradotto significa “Volete Vedere Il Letto In Fiamme?”, ed infatti l’esecuzione è stata accompagnata da un susseguirsi di fiamme sparate a tutta velocità da un lato all’altro del palco, fiamme che saranno protagoniste tutto il tempo. Come terzo brano la bellissima “Keine Lust”, contornata da fumo e finti geyser. Per “Asche Zu Asche” ritroviamo un’atmosfera a luci rosse, con un momento di rilievo per i chitarristi, ai quali, ad un certo punto, sono andati in fiamme i microfoni.

Davvero di impatto scenico le maschere lancia fiamme effetto drago utilizzate durante “Feuer Frei!”, ma esilarante anche lo show riproposto alle note di “Mein Teil”, dove Flake viene immerso in un pentolone, mentre Till provvede a cucinarlo simbolicamente con un lanciafiamme. Su “Weiner Blut” la scenografia lascia a bocca aperta, con un’atmosfera aliena ed una specie di navicella spaziale di luci e fumo, con un Till che spunta a gattoni dal nulla e si dirige verso il pubblico in maniera felina. Per “Du Riechst So Gut” le luci diventano in prevalenza verdi e, come grande inizio, il nostro singer teutonico ci delizia con un’esibizione di giravolte avendo in mano un mega arco che lascia una scia pirotecnica bellissima! Attimi di buio ed eccolo tornare trascinando una pompa di benzina, è il momento di “Benzin”, nella quale da letteralmente fuoco ad uno stuntman salito sul palco.

Ma il momento più emozionante è stato sicuramente con “Du Hast”, quando, sopra ad un pubblico in delirio che cantava a squarciagola, il nostro frontman ha incendiato 4 fuochi d’artificio che hanno percorso avanti e indietro fino al mixer, passando sopra le loro teste! Degna di nota anche la scenetta erotica-bondage tra Flake e Till nel brano “Buck Dich”, dove hanno riproposto esattamente il significato della canzone (che non vado a spiegare per ovvi motivi di censura, haha). Ultimo brano prima di una breve pausa è stato “Ich Will”, col loro stemma a croce infuocato sullo sfondo. Attimi di buio, incitamenti dai fans ed eccoli riapparire con una “Mein Herz Brennt” suonata al piano, seguita invece dalla energica Sonne, dove pensavo di andare a fuoco pure io tra quelle fiamme caldissime esplose a pochi metri dal pubblico! Ma il grande epico finale è stato con “Pussy”, canzone dallo sfondo sessuale molto esplicito, durante la quale Lindemann è salito a cavallo di un fallo-cannone spara schiuma, col quale ha spruzzato tutte le prime file!

Ne ho visti a centinaia di concerti nella mia vita, ma ad oggi posso assolutamente affermare che quello dei Rammstein è stato sicuramente il più bello mai vissuto, con una scenografia da paura, una spettacolarità ed un sound potentissimi! Unica pecca, a parte la pioggia che ha continuato a scendere anche durante il live, un sospetto di playback durante alcuni brani.
Ma chissenefrega in fondo, hanno spaccato i culi!

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