Reportage Live

POWERWOLF: reportage e scaletta del concerto all’Alcatraz di Milano

I lupi sono tornati a ululare la loro heavy metal messa in questo Alcatraz posseduto dalla musica del demonio

Powerwolf in concerto al KnotFest France 2019 di Clisson foto di Andrea Ripamonti

Articolo di Jennifer Carminati

Dopo il trionfale concerto del Novembre 2022, a questo link potete leggere il Live Report della serata, i Powerwolf con il loro “Wolfsnächte Tour 2024” tornano in Italia per un’unica data, lunedì 14 ottobre 2024 all’Alcatraz di Milano.

Vertigo Hard Sounds ha portato sul palco meneghino una tripletta pazzesca: Hammerfall e Wind Rose in apertura e i mitici Powerwolf, ad ululare a gran voce la loro heavy metal messa, ribadendo il meritato posto da headliner.

Data da non perdere per gli appassionati di power metal che affollano le vie antistanti il locale di via Valtellina già nel primo pomeriggio, essendo la data sold-out ormai da qualche settimana. Arrivo che sono da poco passate le 18 tutta trafelata post ufficio; ma la buona musica ascoltata in compagnia fa subito passare lo stress delle corse fatte e della giornata lavorativa ormai alle spalle. Alcatraz preso letteralmente d’assalto questa sera da una folla tracotante allegria e prontissima a divertirsi, praticamente pieno sin da subito, a dimostrazione di quanto l’Italia ami questo genere di heavy metal e soprattutto, le band che saliranno sul palco questa sera.

Iniziamo dunque il racconto di questa sera che tutto si può dire tranne che noiosa.

Wind Rose

Sono solo le 18.30 quando i toscani Wind Rose salgono sul palco: band toscana folk/power metal, nata nel 2009 con sei dischi all’attivo, di cui l’ultimo “Trollslayer” uscito pochi giorni fa per Napalm Records.

L’accoglienza è più che calorosa, con la partecipazione di tutti i presenti già dall’opener “Fellows of the Hammer”, a supportare i Wind Rose nella loro performance davvero coinvolgente e apprezzatissima sin dai primi minuti. “Cosa c’è meglio di un nano?” chiede il massiccio frontman Francesco Cavalieri, “Un nano ubriaco” risponde tutto il pubblico urlante che viene spedito in taverna ad ubriacarsi con “Drunken Dwarves”, sulla quale si scatena il primo dei tanti moshpit che vedremo nelle ore a venire. Con “Rock and Stone” siamo tutti invitati caldamente ad unirci all’armata di pietra dei nani del metallo, che non vedevano l’ora questa sera di tornare in patria a scatenare la guerra, sul palco si intende, e tutti i fan saltellano divertiti sul ritornello di facile presa.

Non possono lasciare il palco senza aver fatto il loro cavallo di battaglia “Diggy Diggy Hole”, che chiude una scaletta di sei pezzi che ben rappresentate le loro doti in termini compositivi ed esecutivi in sede live soprattutto.

Tolkien scrisse che “i nani sono la razza più famosa e sono state tra le prime creature a essere forgiate….  e sono testardi e duri con la stessa ostinazione”, e i nostri Wind Rose con le loro armature naniche ne sono un chiaro esempio. Sono indiscutibilmente capaci di intrattenere e coinvolgere il pubblico, o dovrei dire il loro fedele esercito, chiamato questa sera a combattere con l’obiettivo comune di divertirsi tutti insieme.

Che piacciano o meno, i Wind Rose hanno saputo col tempo aumentare costantemente la loro fan base creando uno stile proprio, che risulta assolutamente convincente e vincente in sede live soprattutto, e questo basta per portare a casa la battaglia anche questa sera, dove la posta in gioco era davvero alta.

HammerFall in concerto al Live Club di Trezzo sull’Adda 2020 foto di Andrea Ripamonti

Hammerfall

Gli Hammerfall, che partirono in sordina con l’uscita del loro album d’esordio nel 1997, ai giorni nostri non hanno bisogno di introduzioni.

E non sono certamente sul palco dell’Alcatraz ormai gremito con il solo scopo di timbrare il cartellino, gli svedesi Hammerfall dimostrano subito di avere una gran voglia di scaldare il pubblico in vista dei grandi headliner della serata.

Seppur molti dei presenti siano qui principalmente per i lupi teutonici, molti sono i fan di Joacim Cans e compagni, che si sono lasciati coinvolgere e trascinare, partecipando attivamente quando veniva richiesto, in uno show davvero ben riuscito: un buon mix di nuovi brani, dall’ultimo “Avenge the Fallen” e classici del loro vastissimo repertorio.

Il concerto si apre con i ritmi elevati di “Avenge the Fallen”, estratta dall’ultimo disco, a dimostrazione di come riescano sempre a creare hit capaci di funzionare molto bene anche o soprattutto in sede live.

“Any Means Necessary” fa agitare qualche testa in più tra il pubblico inizialmente calmo ma l’esaltazione dei metallari più vecchietti qui presenti sale alle stelle quando partono le note di “Hammer Of Dawn” ed il suo ritornello tutto da cantare che apre la strada a “Renegade”, storico ed immancabile brano in scaletta.

Arriva anche il classico siparietto che ogni fan degli Hammerfall conosce a memoria: “What will you say if i say Let The Hammer..?” dice il cantante svedese, ed il pubblico risponde in coro “Fall!”, e parte così la poderosa “Let The Hammer Fall” estratta dallo storico disco “Legacy Of Kings” del 1998.

Chiudono uno show convincente con un loro grande classico, l’inno “Hearts On Fire”, dove Oscar Dronjak può sfoderare per un’ultima volta la sua chitarra a forma di martello con la quale ha colpito a suon di heavy metal l’intero Alcatraz.

Commento personale non richiesto: le critiche che si possono fare agli Hammerfall, ovvero ripetitività misto pacchianeria e il non cambiare mai la formula che comunque gli garantisce un successo pressoché costante,, risultano del tutto ininfluenti dal vivo, dove i nostri dimostrano ancora una volta di saperci fare, eccome. Il loro power heavy metal di stampo melodico è autentico, come lo sono ancora loro, che dopo trent’anni di carriera, hanno tutta l’aria di divertirsi ancora su di un palco, con i movimenti in sincrono dei musicisti e uno spettacolo studiato nei dettagli.

Gli Hammerfall, come molte altre band, o si amano o si odiano, non ci sono mezze misure. Quindi, o siete seguaci del martello che continua a picchiare sempre nello stesso punto sull’incudine, o siete tra quelli a cui viene l’orticaria solo a sentirli nominare.

Facile indovinare da quale parte mi schiero io.

Powerwolf in concerto al KnotFest France 2019 di Clisson foto di Andrea Ripamonti

Powerwolf

Dopo queste due formidabili esibizioni il pubblico dell’Alcatraz, divenuto ormai un covo di lupi affamati di metallo, è sempre più impaziente. Manca davvero poco ormai all’arrivo dei Powerwolf che prendono presto posizione, capitanati dal famigerato Attila Dorn che intona “Bless ’em With the Blade”, ed è subito delirio.

Un inizio di serata il cui livello di entusiasmo e divertimento è destinato a salire con il procedere dell’esibizione e con “Army of the Night” infiammano letteralmente la platea del locale di via Valtellina ormai diventato un branco di lupi inferociti e devoti, che acclamano a gran voce i loro idoli, saltando e cantando a ritmo, ed è bellissimo vedere tutto ciò ad un live, ti fa percepire proprio il livello di fratellanza che questa musica crea, al di là dei gusti o preferenze personali.

Attila e compagni attingono da quasi l’intera discografia, alternando pezzi nuovi e hit del passato.

Le varie “Incense & Iron”, “Amen &Attack”, “Stossgebet” vengono cantate a squarciagola e si può anche ballare grazie a “Dancing With The Dead” e “Demons Are a Girl’s Best Friend”, nonché accendere le torce dei cellulari sulle note di “Alive or Undead”.

Tra i componenti della band c’è un’evidente sinergia, la tenuta del palco è studiata nei minimi dettagli: dai costumi di scena al trucco, dalle luci agli effetti pirotecnici e notevole la scenografia imponente alle loro spalle, a rappresentare parti di una cattedrale, con vetrate a fungere da videowall.

Powerwolf in concerto al KnotFest France 2019 di Clisson foto di Andrea Ripamonti

Attila e il tastierista Fall, come sempre, sfoggiano un carisma incalcolabile, simpatici e divertenti al punto giusto senza mai eccedere, bravissimi nell’interazione con i fans, esaltandoli continuamente alla partecipazione mantenendo allo stesso tempo alto il livello d’interesse e della sua performance vocale.

Si riprende pochi minuti dopo una piccola pausa con Attila e Falk che dividono la folla in due parti, facendole poi gareggiare a chi grida, o meglio ulula meglio, il ritornello “Hu! Ha!”, di “Werewolves Of Armenia”, per un finale davvero travolgente.

Un successo ancora in crescita, come testimoniato dal pubblico sempre più numeroso ai loro concerti, debitore certamente di live come questo, dove sembra quasi esserci un copione da eseguire con cura maniacale, nelle movenze e nei siparietti, come nelle battute da dire, con pressoché nessuna sbavatura. Che sia un bene o un male tutto ciò come sempre dipende dai punti di vista, e anche dai gusti musicali. Quello che posso dire è che anche io, che preferisco il metal estremo a questo genere, mi sono divertita tantissimo questa sera e ho assistito ad uno spettacolo esaltante che mi ha ricordato ancora una volta il potere della Musica. Certo è, che, per mantenere questo livello di popolarità, i Powerwolf dovranno prima o poi rinnovarsi senza snaturarsi, cosa non facile, ma neanche impossibile.

C’è poco altro da aggiungere: i Powerwolf hanno nuovamente messo a ferro e fuoco l’Alcatraz di Milano con uno show di altissimo livello. Suonando con passione e professionalità, divertendosi e soddisfacendo ogni singolo fan, che lascia certamente entusiasta e felice il locale di via Valtellina dopo questa serata di puro intrattenimento, a base di heavy/power metal e leggerezza.

Se ne avete la possibilità, andate ad uno spettacolo dei Powerwolf e non ve ne pentirete.

L’heavy metal messa è finita, andate in pace, Amen.

Powerwolf in concerto al KnotFest France 2019 di Clisson foto di Andrea Ripamonti

WIND ROSE – la scaletta del concerto all’Alcatraz di Milano

Fellows of the Hammer

Drunken Dwarves

Mine Mine Mine!

Rock and Stone

Together We Rise

Diggy Diggy Hole (The Yogscast cover)

HAMMERFALL – la scaletta del concerto all’Alcatraz di Milano

Avenge the Fallen

Heeding the Call

Any Means Necessary

Hammer of Dawn

Renegade

Hammer High

Last Man Standing

Let the Hammer Fall

The End Justifies

(We Make) Sweden Rock

The End Justifies Hearts on Fire

POWERWOLF – la scaletta del concerto all’Alcatraz di Milano

Bless ’em With the Blade

Incense & Iron

Army of the Night

Sinners of the Seven Seas

Amen & Attack

Dancing With the Dead

Armata Strigoi

1589

Demons Are a Girl’s Best Friend

Stossgebet

Fire & Forgive

We Don’t Wanna Be No Saints

Alive or Undead

Heretic Hunters

Sainted by the Storm

Encore:

Sanctified With Dynamite

We Drink Your Blood

Werewolves of Armenia

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