Reportage Live

CARMEN CONSOLI chiude con successo il tour estivo: il racconto e le foto del concerto di Milano

La Cantantessa per nulla triste e annoiata

Articolo di Jennifer Carminati | Foto di Andrea Ripamonti

Dopo aver inanellato un sold out dietro l’altro con la sua ultima tournée teatrale dello scorso autunno (con ben due concerti al Teatro degli Arcimboldi) che aveva affascinato il pubblico per la sua originale divisione in 3 atti, tipici proprio del teatro, questa sera Carmen Consoli termina qui al Carroponte di Sesto S.Giovanni il suo lungo viaggio estivo per l’Italia. Location dove si era già esibita sia in versione solista sia in compagnia di Max Gazzè, Brunori Sas, CCCP/CSI, tutti accompagnati dalla band di Ginevra Di Marco con il progetto artistico “Stazioni Lunari”, ideato da Francesco Magnelli.

Anche questa sera sarà accompagnata dalla band di “Volevo fare la rockstar TOUR”, sette musicisti di tutto calibro che ci sapranno intrattenere con la loro bravura ma anche con la loro capacità di stare sul palco divertendosi: l’immancabile Massimo Roccaforte alle chitarre, Antonio Marra alla batteria, Marco Siniscalco al basso, Adriano Murania al violino/chitarra, Emilia Belfiore al violino, Concetta Sapienza al clarinetto e Elena Guerriero alle tastiere.

Ricordiamo che Carmen Consoli ha festeggiato, con un anno di ritardo causa pandemia, i 25 anni di carriera con un memorabile concerto all’Arena di Verona accompagnata da numerosi artisti amici e un mese dopo, nel settembre 2021 è uscito il suo nono e ultimo album in studio “Volevo fare la rockstar” a distanza di sei anni dal precedente “L’abitudine di tornare”.

Carmen, o come dai suoi esordi viene chiamata La Cantantessa, un neologismo nato apposta per lei, per l’errore di un tecnico del suono che non conosceva bene la lingua italiana ma che le è poi rimasto appiccicato addosso come a volerla distinguere per la sua unicità, è una cantautrice eclettica e poliedrica che nella sua carriera ha voluto e saputo con maestria attraversare un po’ tutte le sfumature della musica e sperimentare continuamente cercando di appagare più le sue attitudini che le aspettative del pubblico che le è rimasto comunque sempre fedele. La sua vocalità inconfondibile dal vivo è accompagnata dalle sue chitarre, che cambia ad ogni pezzo, dalla classica alla famosa Fender Jaguar Rosa. Ha esordito giovanissima con un’apparizione in tv in un programma in cui si ricordava la grande Mia Martini, per approdare subito dopo al Festival di Sanremo, prima con “Quello che sento” e poi con quello che è ancora un classico del suo repertorio live cioè “Amore di plastica“.

Nel ’97 con “Confusa e felice“, brano stranamente non proposto questa sera, venne eliminata dal festival ma questo le aprì la strada al successo e iniziò così la carriera rock di Carmen che prosegue con un disco “Mediamente isterica” che nel ’98 per l’Italia era totalmente all’avanguardia, forte, potente, sia nella musica che nei testi, un disco dal quale stasera estrae “Autunno dolciastro” (vera chicca per gli astanti) e “Contessa miseria”. E poi ecco a creare un momento intimo di sola chitarra e voce “Blunotte” riproposta in chiave acustica, dove emergono l’incredibile semplicità e purezza del testo e le sue chiavi di volta. La canzone parla di un momento di epifania, una improvvisa presa di coscienza delle dinamiche che hanno contraddistinto un rapporto amoroso. Dinamiche nelle quali è facile cadere. Annullarsi per l’altro, cercare di adeguarsi a ciò che pensiamo l’altro voglia, ma inutilmente, perché tutto questo porta solo alla sensazione di essere sbagliati. 

Il suo disco di maggior successo è stato “Stato di necessità” del 2000 che la portò a diventare una cantante molto popolare con pezzi come “In bianco e nero”, “Parole di burro” e “L’ultimo bacio” passati ossessivamente in radio, nonostante fossero poesia in musica ben diverse dalla sua ormai famosa anima rock. Sull’augurio per tutti noi di avere sempre un “Orfeo”, un qualcosa o un qualcuno, che ci possa rialzare da eventuali stati d’animo bassi una splendida versione riarrangiata e arricchita da una sessione di archi dell’omonima canzone. L’apice delle emozioni viene toccato con “Venere”, brano che ha festeggiato le nozze d’argento ma che con la voce di Carmen ora più vissuta ha una veste nuova e scintillante che fa finalmente alzare gli astanti dalle poltroncine su cui erano stati comodamente seduti finora.

Le varie anime che appartengo alla cantantessa l’han portata negli anni verso sonorità e testi più ricercati che caratterizzeranno gli album “L’eccezione” che esordì al primo posto degli album più venduti, e di cui stasera ci fa ascoltare una splendida versione di “Fiori d’arancio” a ricordarci il proverbio ogni impedimento è giovamento, anche dall’essere abbandonati all’altare come a tutti e noi in qualche modo nella vita ci capita si può trarre un insegnamento, o ancora meglio, come da un intoppo spesso si possono aprire le porte a situazioni favorevoli.

Da “L’abitudine di tornare” una sentimentale “Sintonia imperfetta”, introdotta da una Consoli che ci ricorda come non sempre le frequenze tra due persone non creano onde sinusoidali ma piuttosto dei picchi emotivi a sconquassarci l’anima.

Nel viaggio attraverso la sua carriera, ben rappresentato nella setlist di questa sera, c’è spazio ovviamente anche per i singoli tratti dall’ultimo album in studio quali “Una domenica al mare” e “L’uomo nero”. Quest’ultima canzone insieme ad “AAA Cercasi” e “Mago Magone” ha palesi richiami ai personaggi della politica attuale, e fermiamoci qui, siamo in campagna elettorale e vige la par condicio. 

Durante lo spettacolo durato circa due ore attinge da tutti e nove i suoi album in studio ad eccezione di “Eva contro Eva”, che ricordiamo essere più soft e che l’aveva allontanata forse un po’ troppo dalla sua attitudine fortemente rock degli esordi. Durante la serata c’è spazio anche per “Guarda l’alba”, brano scritto con l’amico Tiziano Ferro, di cui ho letto un aneddoto carino: nel videoclip girato in quel di Bronte è presente Maria Rosa Toffolo, madre di Carmen, che interpreta il ruolo della cantante in età più matura. 

I bis trovano spazio per un sempre presente omaggio al conterraneo Franco Battiato in una versione magistrale di “Tutto l’universo obbedisce all’amore” e nel proporci da “Inneres Auge” la citazione “e perché mai dovremmo pagare anche gli extra a dei rincoglioniti?” riferendosi chiaramente a chi sta al potere e usa spesso e volentieri i soldi pubblici per scopi privati.

Si congeda dal pubblico ballante sulle note della pizzicata “A’ finestra” dal pluripremiato “Elettra”, che ricordiamo nel 2009 le valse il premio Tenco, prima artista femminile a riceverlo.

Lo show della Cantantessa catanese scivola via portandosi dietro consensi e sorrisi, come tutti i suoi spettacoli dal vivo del resto. Lasciamo il Carroponte sulle note di “There is a Light that never goes out” dei The Smiths e certi di aver visto questa sera un’artista tosta, che a distanza di anni dagli esordi, si è evoluta nello stile, ma restando sempre fedele a sé stessa e le sue origini, lasciando intatta la sua poetica e il suo stile inconfondibile che l’ha resa per l’appunto La Cantantessa per eccellenza nel panorama musicale nostrano.

Clicca qui per vedere le foto di Carmen Consoli in concerto al Carroponte o sfoglia la gallery qui sotto

1 Comment

  1. Sara

    16/09/2022 at 10:41

    Bellissima recensione, grazie!

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