Recensioni

The Somnambulist – Hypermnesiac

Slowing

Il fluido collettivo The Somnambulist, di stanza a Berlino, pubblica il suo quarto lavoro, confermando l’ottimo percorso intrapreso con il precedente “Quantum porn”. Il passo greve e deciso del sound del gruppo ha alle sue spalle quello dei primi Nick Cave & The Bad Seeds, dei Gallow Drunk e dei Einsturzende Neubauten.

Il cantante, Marco Bianciardi, ha un fare da crooner caldissimo, che infiamma e caratterizza tutti i sette brani in scaletta. Se con “Film” è molto vicino al Re Inchiostro, con “No sleep until heaven” il trio riesce a scheggiare il pezzo, spezzettandolo, ma anche a renderlo evocativo e molto profondo. Il trio con “No use for more” riesce ad essere particolarmente ossessivo, circolare e malinconico e complesso in “At least one point at witch”. Tuttavia, se in “Tom’s still waiting” il trio ha messo tutte le sue doti cantautorali, l’apice lo raggiunge con “Ten thousand miles longer” nel quale riesce a trovare la quadra tra post rock e jazz.

Un ottimo disco, che conferma il potenziale del gruppo.

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