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Scapestro – È il bene che resta

SoundFly

Con “E’ il bene che resta” Fulvio Di Nocera aka Scapestro pubblica il suo secondo album. Tuttavia Scapestro non è un artista di primo pelo, in quanto è nel giro della musica partenopea dagli anni, ‘90, quando ha co-fondato la band jungle-drum’n’ bass Polina, per poi suonare il basso, il suo strumento, con i Bisca dal 2000 al 2008 e nel frattempo ha collaborato anche con Songs for Ulan, 24 Grana, Francesco Di Bella e tanti altri.

Le nove tracce di questo disco sono state composte durante la pandemia, nella quale Scapestro ha riflettuto sulla scelta di riprogrammare la propria vita o di chiudersi in una paranoia e paura degli altri. Questa riflessione è stata il motore di questo disco nel quale l’artista campano si muove lungo le direttive di un pop colto e in cui trovano spazio l’elettronica, l’acustica e tante variabili. Con “Equilibri precari”, brano cardine del disco, Scapestro riesce a trovare un equilibrio tra il ritmo lounge e un electro-pop impreziosito dall’incrocio delle voci sua e di Chiara Carnevale. Uno dei brani con una variabile intrigante è “Non c’è tempo per amarsi”, dove sono presenti digressioni latine. Se poi con “Chi se ne va” si lascia andare ad una cavalcata pop delicata, ci sono due ballate che meritano attenzione, la prima è “Come vecchie pellicole”, con una chitarra da frontiera sullo sfondo ad impreziosire il brano, la seconda è “Marinai”, l’unica cantata in napoletano da Carnevale.

Si tratta nel complesso di un buon lavoro, forse interlocutorio, ma sicuramente che merita molta attenzione, dato che Scapestro è in grado di comporre delle ottime canzoni pop.

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