Da duo i KYB sono diventati un trio con l’innesto in formazione di Roberto Durante. Dopo due Ep che lasciavano presagire buone cose il trio trevigiano ha confermato le aspettative con questo suo primo full leight, prodotto da Nicola Manzan (Bologna Violenta).
Gli otto brani in scaletta hanno tutti per titolo nomi maschili e il sound del trio è strutturato su un’elettronica algida, pulsante e penetrante. In pratica una new wave che nel tempo è stata in grado di metabolizzare la lezione dei Big Black e per certi versi dei Nine Inch Nails. Tuttavia, i punti di riferimento essenziali restano Suicide, Joy Division e Depeche Mode.
I brani hanno spesso un’aria inquietante ed introspettiva, anche quando il sound esplode il grado di intensità, resa dai synth, è sempre molto elevato, in particolare quando la direzione è il p-funk. Un altro elemento cardine del sound di questo lavoro è il noise, spesso accompagnato da distorsione o da lunghe suite velvettiane. Un disco complesso, evocativo e, per fortuna, poco rassicurante.
Vittorio Lannutti