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5 influenze musicali che hanno contribuito a creare l’immaginario di Alvise Carraro

É uscito a maggio su tutte le piattaforme digitali la colonna sonora del videogioco Wibzel, a cura del compositore classe 1996 Alvise Carraro. Questo è il suo tentativo di unire la musica d’ambiente con le suite Inglesi e Francesi di Johann Sebastian Bach. Da un paio d’anni balenava nel suo cervello l’idea di fondere questi due (molto) distanti generi musicali, e l’arrivo di questo tipo di commissione è stato il terreno fertile per la realizzazione di quest’idea.

Wibzel” è un semplicissimo gioco per mobile, un rompicapo nel quale il giocatore deve riuscire a costruire la via corretta per poterla percorrere mediante un terreno fatto a mo’ di scacchiera (o a tasselli) i quali possono essere ruotati, distrutti, ricomposti e spostati. Sono quei giochi rilassanti all’interno dei quali possiamo ascoltare appunto per la maggior parte di essi, musica ambient, o lo-fi o appunto che evoca una mood rilassante. E come si può dedurre dai titoli dei brani, ogni singolo pezzo è dedicato a una delle danze che Bach ha scritto per le sue suites inglese e francesi.

Noi volevamo decisamente conoscerlo meglio, ma ci sembrava riduttivo ridurre tutto il suo mondo ed immaginario a una playlist di cinque brani, quindi, per questa volta, gli abbiamo chiesto cinque influenze musicali, nel senso più ampio del termine.

1- Colonne Sonore per Film – La Principessa Mononoke: Joe Hisaishi

Avevo credo 10 anni quando mio zio fece vedere a me, mio fratello e mio cugino il mio primo film di Hayao Miyazaki. Il Film era La Città Incantata e mi ricordo bene la sensazione che mi provocò la visione di quel film. Era un misto tra traumi angoscianti (dovuti sopratutto dalla visione dei genitori che si trasformavano in maiali) e stupore incredibile per quanto riguarda l’emblematico e simbolico storytelling e la musica scritta da Joe Hisaishi. Con gli anni ho recuperato anche gli altri film dello Studio Ghibli con la musica firmata da Joe, e devo ammettere che quella composta per La Principessa Mononoke mi ha rapito nel profondo. Lo stile di Hisaishi è quel miscuglio tra influenze di musica minimalista, musica classica, musica moderna dei primi del 900, folklorica e un po’ elettronica e sperimentale che mi affascina enormemente e mi accompagna ancora tra le mie influenze principali. 

Basta ascoltare la traccia di The Demon God per godere di delicate influenze di origine stravinskiane, oppure Lady Eboshi (o anche San Ashitaka in the Forest of the Deer God) se si vuole assaporare  synth che emulano il suono dell’arpa circondata da un ambiente sintetico che si fonde a mano a mano con l’orchestra acustica. Oppure ancora Kodamas se si ama ascoltare il foley fuso con la musica sotto un minimalismo percussivo ma allo stesso tempo elegante. Oppure ancora musica elettronica sperimentale all’inizio di The World of The Dead. Tutto completamente amalgamato e univoco, senza la sensazione di ascoltare qualcosa di sconnesso. Insomma, con Joe Hisaishi che ne sono per tutti i gusti.

2- Musica Classica – 6 Sinfonia di Tchaikovsky detta “la Patetica”

Ce ne sono veramente tanti di pezzi nell’immenso repertorio della musica classica che adoro. È stato molto difficile scegliere, ma l’intera 6 sinfonia (detta Patetica) di Tchaikovsky si aggiudica forse il mio primo posto nel mio best of classical.

Epica, triste, travolgente, melanconica, emozionante, intelligente, commovente, spirituale, semplice, complessa. Il fascino di questa sinfonia per me è racchiuso in questo semplice e continuo riciclo di scale, è una semplice sinfonia costruita da “patetiche” scale. Poi Tchaikovsky per me rimarrà un genio indiscusso di costruzioni di forme musicali, gli ingressi di ogni elemento musicale sono teatralmente e drammaturgicamente parlando perfetti. 45 minuti di musica che sembrano fluire come 5 minuti da quanto travolge nella sua bellezza e spontaneità. Non c’è un movimento che preferisco, sono tutti geniali e impeccabili. Un sicuro must per chi è drogato di musica strumentale e Sinfonie in generale. 

3- Musica per Videogame – Far Horizon Skyrim 

Non credo che ci sia bisogno di molte presentazioni per questo videogioco. Uno di quei videogiochi che ha indubbiamente lasciato il segno nel mondo videoludico e con una delle colonne sonore più iconiche e memorabili di tutti i tempi. Devo ammettere che quando è uscito nel 2011 e ci ho giocato non mi ha rapito molto la giocabilità, trovavo che c’era troppo poco l’elemento della vera e propria sfida. Ma la musica. Quella sì che mi ha rapito eccome e mi stupisce ancora.

Credo di essere diventato pazzo ad un certo punto, perchè credo di aver passato più di un mese ad ascoltare a loop ogni giorno come fosse un mantra Far Horizon. Un brano da ascoltare quando chiudi gli occhi o osservi grandi e immensi panorami verdeggianti. Un brano che distende i sensi e chiama al cielo. Non c’è molto altro da dire, se non che l’intera colonna sonora composta da Jeremy Soule è un capolavoro di orchestrazione e progettazione sonora nel mondo dei videogiochi. Adoro la commistione che c’è spesso nei dungeon di musica orchestrale con la sintesi elettronica intervallata da queste ampie atmosfere solo orchestrali e corali presenti negli spazi aperti del gioco. Il livello di immersività musicale è totalmente OP (Over Powered). Tracce preferite dal sottoscritto: Far Horizon, Silent Footsteps, Secunda, Sky Above Voice Within, Tundra. 

4- Musica Progressive Metal – Language : The Contortionist

Esce nel 2014 Language, uno degli album più iconici, se non mio preferito, della storia del progressive metal, o progressive in generale. Quello che mi ha sempre catturato di questo genere, fin da quando ascoltavo il vecchio progressive rock degli anni ’60/’70 è sicuramente il coraggio della sperimentazione (timbrica, armonica etc.) e la non scontentezza nei ritmi e forme musicali. 

I The Contortionist sono sicuramente stati la band che ho seguito (e seguo) di più nel mio percorso da batterista e che hanno influenzato inevitabilmente il mio modo di ascoltare e di comporre musica. Language I: Intuition è sicuramente la traccia più iconica dell’album e mia preferita, ma l’intero album per me rimarrà un capolavoro evergreen del genere. Language racchiude in se nei testi dei vari brani questo concetto di musica come linguaggio che contiene tutti i linguaggi, componendo una miscela di musica tecnicamente complessa ma che solo loro hanno saputo renderla fluida all’ascolto. È questo che mi ha fatto impazzire dal primo ascolto. Non è quel progressive tutto tecnicismo solo per il gusto di rendere le cose complesse. Loro sono riusciti sul serio a creare ritmi e forme estremamente accurati che sono sia semplici che complessi allo stesso tempo. Ascoltare quelle sincopi ritmiche che si trasformano gradualmente nel nuovo battere tra una sezione e l’altra del brano è tutto ciò che il mio orecchio desidera ascoltare a loop. Le armonie , il delay della chitarra, i testi, i groove per niente scontati, pattern ritmici studiati nel minimo dettaglio sono per me un piccolo miracolo musicale.

I Brani da non perdere: Language I e II, Primordial Sound, Thrive. 

5- Musica da Avanguardia – Cold Front Evgueni Galperine

Nel panorama della musica d’avanguardia e delle colonne sonore, tra tutti i compositori che hanno influenzato l’evoluzione del mio stile tra i primi posti troviamo il giovane compositore Evgueni Galperine, compositore della recente serie di successo “Baby Reindeer”. L’ho scoperto di recente durante i miei studi presso il dipartimento di Musica Applicata alle immagini. Il linguaggio musicale di questi liberi ribattutti suonati dagli ottoni e mescolati con l’elettronica ha subito magnetizzato il mio interesse. Interessante è anche questo tipo di composizione fatta come a mattoncini lego (come definisce il compositore stesso), o a terrazze, dove un gesto musicale viene ripetuto ma variato dall’elettronica a seconda dell’evoluzione del pezzo. Imperdibile capolavoro di musica elettroacustica che ascolto e riascolto da ormai 2 annetti. Ho persino avuto l’onore recentemente di poter conoscere il compositore di persona a Venezia durante il concerto dell’album di cui vi sto parlando. Come al solito, le grandi menti come quella di Evgueni Galperine sono sempre quelle di persone semplici, gentili e umili. Tracce da non perdere assolutamente: Cold Front, Oumuamua Space Wanderings, Kaddish, The Wheel has Come Full Circle, La Lettre d’un Disparu. 

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