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5 brani (+1) per un viaggio astrale, secondo Vincenzo Adelini

É partito sabato 14 settembre 2024 da Torino il tour nei planetari italiani del chitarrista e compositore campano, Vincenzo Adelini. Una rassegna senza precedenti in Italia per uno spettacolo dal vivo in oltre 11 strutture astronomiche da nord a sud del paese. Accolti da ambientazioni intime e profonde, assisteremo alla creazione di una colonna sonora estemporanea, che Adelini intreccerà con le proiezioni della volta celeste. Oltre al suo principale strumento a 6 corde utilizzerà in simultanea archetti per il violoncello, E-bow, Joystick per la Nintendo Wii, Slide di ferro, pedaliere e theremin, il tutto per realizzare uno spettacolo unico ed irripetibile. 

Ogni spettacolo sarà quindi diverso e nuovo, unendosi all’atmosfera della venue e alle immagini proiettate per l’occasione. Ogni città ospitante sarà omaggiata da un nuovo brano inedito dedicato alla Luna, i brani verranno poi raccolti in un nuovo album distribuito da Universal Music Italia. Al termine del tour, verrà realizzato anche un documentario per evidenziare la forza comunicativa e interdisciplinare dei planetari.

Noi non potevamo che farci accompagnare in questo viaggio stellare con una playlist a tema. Abbiamo chiesto a Vincenzo Adelini 5 brani che potessero portarci direttamente sulla via Lattea, e ce ne ha segnalati addirittura 6. 

“Clair de Lune” – Claude Debussy

   Questo capolavoro di Debussy è per me molto importante sia perché mi lascia legato alle mie origini accademiche essendomi formato per anni in conservatorio ma principalmente perché è il brano che ha inspirato l’intero progetto “moonlight from…” 

Infatti dopo aver visto il video della NASA realizzato per i 50 anni dello sbarco sulla luna sincronizzato con il brano di Debussy ho pensato quanto potere potesse avere la musica per connetterci con il cosmo e quanti direzioni diverse di posso percorrere.

L’eleganza e la delicatezza di questo pezzo evocano la serenità della luna e del cielo notturno la calma e contemplazione, sentimenti che la luna e l’universo ci ispirano.

“Moonlight Sonata” – Ludwig van Beethoven

Questa composizione per pianoforte di Beethoven offre una prospettiva intima e riflessiva della luna. Penso spesso a come l’uomo dell’Ottocento percepisse lo spazio, più come un luogo interiore da esplorare che una frontiera fisica da conquistare, e questa sonata sembra catturare proprio quella sensazione. Rispetto alla musica del ventesimo secolo, ha un legame più profondo con l’animo umano, quasi fosse una finestra sull’inconscio e sulla percezione mistica dello spazio.

“Across the Universe” – The Beatles

 Questo brano mi è particolarmente caro, essendo stato la colonna sonora di molti dei miei viaggi, avvenuti nella mia cameretta durante l’adolescenza. Le parole e la voce di John Lennon sembrano trasportare l’ascoltatore in un viaggio tra le stelle, attraverso un universo che non è solo fisico, ma anche spirituale. Molte persone, in queste ultime tre decadi, hanno probabilmente vissuto esperienze simili con questa canzone, navigando nelle profondità del proprio essere e dell’universo attraverso la musica dei Beatles.

“Angel” – Massive Attack  

 “Angel”dei Massive Attack è una traccia oscura e ipnotica, che evoca un senso di mistero cosmico. I suoni elettronici e l’atmosfera rarefatta creano una sensazione di distanza, come se ci trovassimo lontano dalla Terra, in un luogo etereo. Questo brano, con le sue sonorità profonde, esplora l’oscurità dello spazio, ma anche l’immensità e la solitudine dell’esplorazione del cosmo, riflettendo il lato più enigmatico e complesso dell’universo.

“Walking to the Moon” – Vincenzo Adelini.

Questo brano è nato fisicamente in un planetario astronomico durante le prove di un mio live set al Planetario di Città della Scienza. È una composizione per chitarra elettrica suonata in polifonia con le dita, senza l’uso del plettro, arricchita da riverberi enormi, delay e un profondo basso. Questi elementi mi hanno immediatamente trasportato con l’immaginazione oltre i limiti dello spazio e del tempo, per una breve ma intensa “passeggiata sulla luna”.

5bis “Spiegel im Spiegel” – Arvo Pärt

Questo brano minimalista di Pärt evoca una profonda sensazione di pace e di infinito. La semplicità del dialogo tra il pianoforte e il violino sembra rappresentare un riflesso infinito, quasi come guardare nelle profondità del cosmo e sentire la vastità delle stelle. Con la sua atmosfera meditativa, “Spiegel im Spiegel” cattura la contemplazione e l’interiorità, richiamando quella sensazione di infinito che si prova osservando il cielo stellato.

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