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Interviste

Una tomba per le lucciole: intervista a CALEYDO

Una tomba per le lucciole” è il nuovo EP di Caleydo, disponibile in streaming su Spotify e su tutte le piattaforme digitali.

Dopo l’ottima accoglienza riservata a “Urla”, singolo in collaborazione con Fasma (già a Sanremo 2020), Caleydo è pronto a dimostrare a pubblico e critica la sua maturazione artistica con “Una tomba per le lucciole”, il suo primo EP.

Il tuo nuovo EP si intitola ‘Una tomba per le lucciole’. Puoi raccontarci qualcosa sul significato e l’ispirazione dietro il titolo di questo disco?
Il titolo è quello di un anime di Isao Takahata, ma in realtà ho voluto decontestualizzarlo e dargli un significato diverso, mi piaceva l’idea di “Una tomba per le lucciole” come emblema della fine di qualcosa di puro, di luminoso… la fine di una guerra con il buio in cui è lui ad avere la meglio.

Nel tuo EP, hai mescolato diverse influenze musicali, come hip hop, rap, indie e pop. Come sei riuscito a trovare l’equilibrio tra queste diverse sonorità per creare il tuo sound unico?
In realtà credo che l’avvento di Internet e della globalizzazione abbia reso proprio per forza di cose la musica moderna un mix di generi. Abbiamo librerie di canzoni, suoni e strumenti infiniti…giocandoci è naturale che ne escano degli esperimenti che abbattono le etichette di genere.

Come è stato collaborare con produttori come Movimento, Elliot e Bias per ‘Una tomba per le lucciole’? Come avete lavorato insieme per dar vita a queste canzoni?
Movimento è stato una sorta di direttore artistico del progetto… l’obiettivo era creare un sound ben riconoscibile che guardasse alla tradizione del cantautorato e alla musica folk ma mescolandoli con l’hip hop. Movimento ha dato il meglio di sè nella produzione di Orchidea, che a me fa impazzire. Con Elliot, invece, ci siamo conosciuti meno di un anno fa e ho da subito apprezzato il fatto che tenda a sperimentare molto, come in “Un egoista”.


Le tue liriche sembrano toccare temi profondi e personali. Puoi condividere con noi qualcosa riguardo al processo di scrittura delle tue canzoni e cosa ti ha ispirato a esplorare emozioni così intime?
In fin dei conti non credo abbia senso far musica se non ci si vuole mettere a nudo… nella scrittura credo semplicemente sia indispensabile.

Da dove viene il nome Caleydo? C’è un significato speciale dietro questo nome d’arte?
Caleydo era il nome che avrebbe voluto darmi mio padre, al posto di Alessandro. Al tempo lui collezionava caleidoscopi

Hai menzionato che la tua musica è influenzata da artisti come De André, Tyler, the Creator e Stromae. Come queste diverse influenze si riflettono nella tua musica e nel tuo stile compositivo?
Con De Andrè ci sono cresciuto. Era una costante nei lunghi viaggi in macchina con i miei genitori quando ero piccolo. Spesso quando scrivo penso a quanto le sue storie siano avvincenti… semplicemente delle poesie dell’epoca moderna. Stromae invece è un artista che ammiro e che studio nel profondo perché riesce a combinare il cantautorato francese con la musica elettronica e il rap. Incredibile!

Quali sono i tuoi progetti futuri dopo la pubblicazione dell’EP? Ci sono collaborazioni o nuovi progetti musicali in cantiere che puoi anticipare ai tuoi fan?
Ci saranno delle grandi sorprese, però per ora ascoltiamoci l’EP.

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