Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Supernino, che proprio oggi pubblica il suo disco d’esordio dal titolo Supercinema, un mondo lontano nel cuore della scena rap torinese, che vanta feat. con Willie Peyote e Auroro Borealo.
Gli abbiamo fatto qualche domanda, con le foto un po’ moleste di Simone Pezzolati in giro per le strade della città.
Ecco cosa ci ha raccontato!
1. Qual è il tuo rapporto con la città di Torino?
Torino è e resterà sempre la mia casa, la tana dove rifugiarmi quando le cose si mettono male. La amo per il suo essere così elegante e a misura d’uomo. Poi c’è una scena musicale molto unita, con artisti incredibili che cercano di darsi una mano a vicenda, siamo tanti ma non troppi quindi alla fine ci si conosce un po’ tutti. Ammetto che per motivi di lavoro la grande rivale lombarda sta pian piano trovando spazio nel mio cuore, ma… TURIN A L’È SEMPRE TURIN.

2. Da dove arriva il tuo amore per l’immaginario del “Supercinema”?In generale amo il vintage, gli anni 80, le foto su pellicola… quindi amare il cinema – inteso come luogo fisico – penso sia una naturale conseguenza. Già solo passare davanti ad un cinema, sentire l’odore di pop corn, ti fa viaggiare nel tempo. In un’epoca così digitalizzata è davvero fantastico che un qualcosa di così “vecchio” riesca a restare in vita, sono convinto che la gente ami ancora il cinema, forse perché si porta dietro sensazioni che un Netflix non ti può dare. Il mio sogno è quello di poter promuovere il mio nuovo disco all’interno dei vari cinema italiani, partendo dal “Supercinema” di Venaria Reale appunto, da cui il disco prende il nome.
3. La musica ha in qualche modo a che fare anche con il tuo lavoro?
Musica e lavoro al momento sono per me due cose distinte ma che spesso finiscono per intrecciarsi. Alla base di questo c’è una forte passione per la tecnologia: tutti i giorni per lavoro ho a che fare con l’Intelligenza Artificiale e nei miei pezzi infatti racconto spesso di questo rapporto con l’internet e la tecnologia in generale.
4. Storie e relazioni contenute in questo disco sono tutte vere?
Ahah ni. Sono una persona abbastanza riservata quindi quello che spesso faccio nei miei testi è mescolare la realtà con la finzione, un po’ come in un film “basato su una storia vera”. In questo modo spero che nessuno riesca a distinguere cosa è vero e cosa non lo è, ma possa godersi la storia, che è per motivi di trama un po’ romanzata.

5. Come sei entrato in contatto con Willie Peyote e Auroro Borealo? E come mai due feat. così diversi all’interno del tuo disco?
Come dicevo sopra nella scena musicale di Torino alla fine ci si conosce più o meno tutti, uno dei miei produttori mi ha messo in contatto con Willie e così una sera, dopo aver mangiato una pizza da Marfi a San Salvario e shottato qualche San Simone, siamo saliti a casa e abbiamo registrato un pezzo insieme. Con Auroro invece ci siamo incrociati più volte a Milano in occasione di qualche festival e ogni tanto lo beccavo a Crescenzago quando vivevo lì. L’ho sempre stimato tantissimo come artista, nel senso più ampio del termine, così gli ho scritto per chiedergli di fare un pezzo insieme. Per il mio disco volevo due artisti che rappresentassero al meglio Supernino, mi rivedo in Willie per il mio essere un po’ “cantautore rap” con l’accento torinese e allo stesso tempo in Auroro, sempre così ironico e tragi-comico.

6. Hai seguito Willie Peyote a Sanremo? Qualche commento criptico?
Certo e tifavo fortissimo per lui. Sono molto contento del suo risultato, per un artista come lui il premio della critica è quasi più importante del vincere il Festival. Vi lascio un commento criptico di seguito:
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