È uscito lo scorso dicembre 50, il nuovo singolo di Old Fashioned Lover Boy. Il brano segna l’inizio di un nuovo capitolo musicale per OFLB, sempre fortemente orientato al mercato internazionale, ma con tratti ancora più neo-soul e 80’s rispetto al precedente disco Bright. Cura musicale ad alti livelli per un progetto rientrato tra i venti che verranno supportati da Italia Music Export di SIAE per la promozione all’estero.
Ciao Alessandro, con 50 inizi un nuovo capitolo del tuo progetto. Come definiresti questa nuova fase con tre aggettivi?
Inaspettata, sia perché all’inizio di quest’anno, non sapevo realmente se avrei continuato a scrivere e pubblicare musica, ed anche perché realmente non so cosa aspettarmi adesso che sta uscendo.
Rilassata, perché ho veramente voglia di godermi questo nuovo percorso, senza caricarlo di troppe aspettative.
Fortunata, perché mi sento “coccolato” dalle persone che mi stanno aiutando a portare avanti un progetto di questo tipo – in Italia – e mi permettono di poterlo vivere principalmente in qualità di artista.
Fin da subito sono ben chiari i riferimenti soul, anche gospel in qualche dettaglio della produzione. Quanto incidono queste influenze fin dai primi momento del tuo songwriting? O le canzoni inizialmente nascono in una chiave più acustica?
Tutte le canzoni di questo disco sono state scritte al piano, a casa. Durante il primo lockdown ho avuto modo di svilupparle / ri-arrangiarle e portarle quindi ad un livello di pre-produzione più corposo prima di essere poi state effettivamente prodotte. In questi ultimi anni di produzione la componente “acustica” l’ho un po’ messa da parte e cerco di comporre già immaginando il sound / il taglio / il mondo musicale e visuale di un brano.
Cosa dobbiamo aspettarci dai prossimi mesi di OFLB?
5 canzoni, anzi altre 4 oltre a questa appena uscita. In questo momento così particolare sarebbe sbagliato porsi degli obbiettivi più ardui. Vivo alla giornata, preoccupandomi di pubblicare queste canzoni a cui credo molto e concentrandomi sul mettere in piedi una performance live che sia all’altezza di quello che sto cercando di fare. Quando tutto questo sarà finito, ovviamente spero di poter tornare a suonare tanto all’estero.
Sicuramente è una proposta musicale fortemente orientata all’estero. Come vedi il panorama internazionale di questo genere? Quali sono i tuoi artisti di riferimento?
Ecco mi hai anticipato. I miei ascolti sono sempre stati incentrati all’estero, sicuramente la dimensione folk dei miei riferimenti di inizio percorso da OFLB sono stati integrati (mi piace di più di superati) da tanta musica nu-soul e rnb. Penso ad artisti molto giovani ma di grande talento come badbadnotgood, blood orange, lianne la havas.
Mi piace molto come l’urban e l’hip hop (che a primo impatto generi molto distanti dal mio) si siano mischiati alla musica più “suonata”, più acustica. Credo fortemente in questa commistione e ne apprezzo la vena più delicata/elegante. Mi ci trovo a mio agio.
50 è la tua cinquantesima canzone. Se dovessi paragonarla alla prima che hai scritto, cosa si direbbero l’una all’altra?
Il percorso di scrittura è talvolta differente da quello di pubblicazione. Ci sono brani scritti molto tempo fa che ad esempio non ho mai pubblicato con la mia band dei primi anni e che hanno trovato spazi nelle prime pubblicazioni come OFLB. Se dovessi fare un paragone con il primo brano del primo disco con la band (una vita fa ) direi che la componente nostalgica resta il denominatore comune. Cambia completamente l’approccio, molto più diretto e aperto e cambia l’attitudine ed il modo di dire le cose; perché è cambiata la consapevolezza di me stesso come musicista e cantante.