Domenica dalle 21.10 su Sky Arte HD il protagonista indiscusso sarà Bruce Springsteen con #Thetiesthatbind, un documentario contenente un’intima intervista nel corso della quale l’artista riflette sul lungo e tumultuoso periodo in cui scrisse e registrò l’iconico album The River.
Ha cantato l’America disillusa reduce dal disastro del Vietnam e quella strapazzata dalla crisi energetica degli Anni Settanta; ha raccontato l’altra faccia del mito reaganiano, lontano dalle luci scintillanti di Manhattan e vicino alle sferraglianti durissime fabbriche del Midwest. Ha dato voce allo struggente pianto collettivo post 11 settembre e guidato, con la forza della sua musica, il riscatto morale di un Paese colpito al cuore. Perché Bruce Springsteen è, in sintesi, l’America.
Sky Arte HD propone un’intera serata in compagnia di uno tra i rocker più amati di tutti i tempi. Partendo dal documentario che ci introduce le melodie e le suggestioni del suo The River, quinto album di Springsteen, che uscì il 17 ottobre 1980 come doppio disco e raggiunse la posizione n. 1 della classifica Top 200 di Billboard.
Lo stesso lavoro, incredibilmente ampliato grazie a una lunga ricerca di materiale inedito e d’archivio, viene ora proposto da Columbia Records nel cofanetto The Ties That Bind. Proprio all’interno di questa retrospettiva sul periodo di The River, si colloca il documentario diretto da Thom Zimny e trasmesso in prima visione domenica sera su Sky Arte HD.
Zimny era decisamente l’uomo giusto, per un compito del genere: ascoltò Springsteen per la prima volta proprio nel 1981, in New Jersey, durante una tappa del tour promozionale di The River. A distanza di quasi 25 anni da quel fatidico incontro, il regista sintetizza in 60 minuti un periodo davvero “impegnato” della carriera di Springsteen, se pensiamo che lo stesso album doppio arriva nei negozi di dischi dopo che il Boss aveva inciso – e poi deciso di non pubblicare – un’intera tracklist alternativa, che soltanto adesso possiamo ascoltare nella sua interezza.
In un’intervista intima con il cantautore, Zimny porterà lo stesso Springsteen a raccontare questo periodo tumultuoso della sua evoluzione creativa. Alternando il racconto del retroscena delle canzoni – “spiegate” dal Boss, chitarra acustica alla mano – a immagini a immagini dei concerti dell’epoca e rare foto di Bruce e la sua band, dentro e fuori dallo studio di registrazione.
Il regista del nostro documentario non è certo l’unico fan “autorevole” di Springsteen. A dichiararsi suoi ammiratori, infatti, ci sono anche diversi musicisti, molti dei quali piuttosto famosi presso il grande pubblico. Nella seconda parte della Night, avremo modo di scoprire in un incredibile live quanto sia rilevante, e ampio, il seguito del leggendario cantautore americano.
Occasione del concerto che ascolteremo è, non a caso, un prestigioso riconoscimento. L’8 febbraio del 2013, Bruce Springsteen è stato infatti nominato MusiCares Person of the Year dall’omonima associazione che celebra annualmente i successi raggiunti da una personalità in campo musicale e filantropico.
In A tribute to Bruce Springsteen, vedremo salire sul palco un gruppo di All Stars davvero eterogeneo. Per darvi un’idea della stupefacente scaletta del concerto, vi diciamo per esempio che sarà Elton John a cantare Streets of Philadelphia, mentre Neil Young infiammerà il pubblico intonando la leggendaria hit Born in the U.S.A. Non potrà mancare all’appello Patti Smith, la cui Because the Night è stata da lei composta proprio assieme a The Boss.