E’ uscito a fine Ottobre su tutte le piattaforme digitali, distribuito da Artist First e prodotto da Zafa, il primo singolo di Andrea intitolato Messico.
Il brano è vero un inno alla libertà, alla rivoluzione. La spinta profonda ad andare oltre le proprie ambizioni, oltre le barriere e tirare fuori la propria forza distruggendo tutto ciò che di marcio c’è al mondo.
L’esistenza che tutti noi viviamo quotidianamente è intrisa di pregiudizi e di etichette, il diverso ne paga le conseguenze venendo allontanato e deriso anziché amato e compreso. Il brano di Andrea, senza girare attorno ai soliti perbenismi, si pone energicamente dalla parte dei più deboli lanciando un messaggio ben preciso: è ora di cambiare rotta, è ora di evolvere il pensiero, è ora di liberare se stessi dal pregiudizio. È ora di scatenare la rivoluzione.
Il brano, scritto da Andrea, all’anagrafe Andrea Pasqaulini, e composto da lui stesso insieme al suo bassista Mirko Sgambetterra, nasce dalla necessità di utilizzare la propria voce per tutti coloro che non ce l’hanno, e dalla voglia di vivere, magari, un giorno, in un mondo nuovo dove ognuno possa sentirsi libero di essere ciò che vuole.
Il portatore di fiori è un quadro che rappresenta un uomo con sopra le sue spalle un’enorme cesta di fiori. Lui nonostante la pesantezza del sacco continua per la sua strada e cerca di alzarsi e portare i fiori a destinazione. Molto probabilmente allo spettatore spiccherebbe immediatamente la bellezza dei fiori, mentre per il contadino ciò che veramente è importante è il valore di questi fiori.
Questo quadro lo sento legato veramente tanto al mio brano, è come se volesse far riflettere su due principi base che dovrebbero essere alla base di tutto: innanzitutto il valore interiore di una persona, che non deve essere mai sovrastato dalla bellezza fisica. Mai fermarsi alle apparenze. Il secondo principio è la costanza e la voglia di non arrendersi mai anche davanti a qualsiasi difficoltà. Nulla è impossibile e possiamo fare solo se ci crediamo davvero.
Gloriosa victoria invece è un quadro principalmente politico, come la gran parte dei quadri di Rivera. È molto legato a “Messico” perché la vittoria del popolo che ottiene libertà contro un governo retrogrado e assoluto si rispecchia esattamente con il significato del brano: Lottare per i propri diritti, lottare per ciò che si vuole ed utilizzare la propria voce, sempre! Anche quando ci sembrerà di non essere ascoltati… perché un grido fa sempre rumore.
Il ritratto di Frida Kahlo, ho deciso di inserirlo proprio perché Frida, oltre ad esser stata la moglie di Diego Rivera, è stata un punto di riferimento per la scrittura del mio brano ma è anche un esempio per me. Una donna che è andata contro tutti e tutto, una donna con la D maiuscola.
Il trionfo della rivoluzione è un altro quadro di Rivera. Qui possiamo vedere la vittoria di una rivoluzione, che ovviamente fa estremo riferimento ad una rivoluzione sociale, ad un popolo che si è rivoltato, esausto e povero. Il mio brano lo definisco un’inno alla rivoluzione, una rivoluzione diversa ovviamente, una rivoluzione che punta al cambiare le menti della nostra società, più libera e vera! Il mio sogno è quello di vincere questa rivoluzione, di vivere in un mondo nuovo, bello, libero e pacifico. Chiedo tanto, lo so’ ma si può raggiungere. Lottando.
Infine ho deciso di mettere come quinto quadro, quello di Frida Kahlo: La colonna distrutta. Questo quadro lo cito anche all’interno del brano e secondo me è il più importante. Rappresenta ciò che voglio dire, si mette dalla parte dei più deboli che anche dopo tante disgrazie, ostacoli (come Frida) e dopo esser stati completamente distrutti, ce la fanno e vincono. Perché sono controtendenza ed è questa la loro più grande sfida.