Musica

5 film che devi aver visto per capire al meglio uno show dei Not My Value

foto di Sarah Rubbera

5 film che devi aver visto per capire al meglio uno show dei Not My Value

Tornano i Not My Value con un nuovo singolo dal titolo “Silence“, un nuovo capitolo che segue il precedente singolo “Sign Language“, disponibile su tutte le piattaforme digitali.  Il brano è un mantra musicale, ispirato al film “La zona d’interesse” (di Jonathan Glazer). Guardando il film durante la lavorazione di Silence, il duo di stanza a Milano si è trovato a riflettere su quanto il male possa diventare normale, invisibile sia agli occhi di chi lo compie, sia a quelli di una società che preferisce non vedere. Questa riflessione ha gettato le basi del brano, esplorando l’immagine del muro – fisico e metaforico – che costruiamo ogni giorno, anche rifugiandoci dietro i nostri schermi e telefoni. 

Silence” è quindi a metà tra un’ammissione di colpa collettiva e un momento di silenzio rispettoso per tutte le cose che non stanno funzionando nel mondo. È un invito a fermarsi, a prendere coscienza e a guardare senza distogliere lo sguardo.

Il loro è un progetto ibrido, che mischia influenze e generi e il loro live è un martellante tunnel sonoro e visivo senza pause, i visual fanno parte, quanto la musica, dello spettacolo, e quindi, questa volta, abbiamo chiesto loro quali fossero i cinque film che più li rappresentassero.

Mulholland drive – David Lynch
Eyes Wide Shut – Stanley Kubrick
La zona d’interesse – Jonathan Glazer
Escuchame – Russo, Magnani, Franceschini, Marchiani
Guida galattica per autostoppisti – Garth Jennings

Mulholland drive


Dichiariamo da subito la nostra passione per David Lynch.
D’altronde trattando temi come il sogno e l’inconscio, la dualità dell’identità e della psiche umana e il contrasto tra normalità e oscurità nascosta (giusto per citarne alcuni), non potevamo non ispirarci a lui.
All’inizio del terzo atto del nostro show, quello più oscuro, compare una citazione a una scena iconica del film Mulholland Drive nel brano.
Si tratta della scena di una performance apparentemente ordinaria di un musical che si trasforma in un’esperienza inquietante e metafisica, quando il presentatore rivela che non c’è una “banda” e che tutto ciò che vediamo è un’illusione. È un’esplorazione del confine tra realtà e finzione, e simboleggia l’ambiguità e il caos che attraversano l’intero film.
Perfetta per raccontare il mood del passaggio al nostro atto 3 “Realtà”

Eyes Wide Shut


Anche questo film esplora il confine tra l’apparenza e la realtà, questa volta mettendo in discussione la fiducia, la percezione e le illusioni nelle relazioni. Quello che ci ha ispirati in questo caso è la scena dell’arrivo di Bill Harford alla villa in cui si riunisce la setta segreta. A sottolineare l’aspetto esclusivo e misterioso della setta c’è la richiesta di una password.
Da questa scena è nato il nostro brano PSWRD che arriva in un momento dello show in cui viene richiesta una password per procedere.
Il nostro show infatti è concepito come un percorso di consapevolezza, diviso in tre atti: il sogno, il limbo e la realtà. All’interno di questo viaggio, abbiamo inserito l’elemento della password, insieme alla figura degli aiutanti.

La zona d’interesse

Questo riferimento arriva alla fine del primo atto, sul brano Silence che preannuncia il passaggio dal Sogno (atto 1) al Limbo (atto 2).
Il testo del brano Silence prende ispirazione dal film La zona d’interesse di Jonathan Glazer, un’opera potente che racconta la storia di un ufficiale delle SS che vive una vita apparentemente serena con la famiglia, a pochi metri dal campo di concentramento di Auschwitz. Guardando il film durante la lavorazione di Silence, ci siamo trovati a riflettere su quanto il male possa diventare normale, invisibile sia agli occhi di chi lo compie, sia a quelli di una società che preferisce non vedere
Oltre all’uso pazzesco del sonoro, molto disturbante è anche il sogno di una delle figlie dell’ufficiale delle SS: la bambina sogna una sequenza di eventi che sembrano sfociare in un’atmosfera surreale e destabilizzante. Come se il sogno stesse svelando una realtà più oscura, una realtà che va oltre la coscienza e che si collega alla brutalità in corso nell’ambientazione del film. La bambina nel sogno sembra persa in un mondo in cui il confine tra realtà e incubo è difficile da tracciare.

Escuchame

Ammettiamo subito di fare un’autocitazione qui.
Escuchame è un documentario dalla regia collettiva e Lisa è una de* regist*. Il nostro brano Ventov (atto 3) è stato scritto durante la lavorazione del documentario e fortemente ispirato da quella esperienza, per questo ci sembra giusto citarlo e raccontare cosa c’è dietro.
Escuchame parte dallo sfratto di Marco Cavallo: un grande cavallo azzurro di cartapesta simbolo della liberazione dei manicomi italiani quando Franco Basaglia era il direttore del manicomio di Muggia a Trieste.
Escuchame non racconta solo la storia di Marco Cavallo ma anche il contesto umano e politico che ha dato vita al progetto, mettendo in luce l’impatto della Legge 180 e il significato del cambiamento nell’approccio al trattamento delle malattie mentali.
Ventov è un sogno/incubo di Marco Cavallo che immagina di ritornare a Muggia e a quella sensazione di fermento culturale e sociale della fine degli anni ‘70, ripensa alle frasi degli utenti che lo hanno costruito per contenere tutti i loro sogni e alle canzoni che cantavano. Però al tempo stesso si rende conto che quelle conquiste culturali non sono ottenute per sempre e tanti di quei sogni raccolti nella sua pancia sono ancora inespressi.

Guida galattica per autostoppisti

Diciamo solo che abbiamo preso da Douglas Adams (e dall’adattamento cinematografico del suo libro) il modo per chiudere lo show e salutarci.

bonus film (in realtà è una serie): Twin Peaks

Questa serie non viene mai citata esplicitamente nel nostro show, ma l’influenza di Twin Peaks è chiara nel sottotesto. Il mistero, il mondo onirico, il dualismo tra sogno e realtà e il conflitto tra show (tv show) e vita sono temi presenti nel nostro live come nella serie di Lynch.

Diciamo che quando ci vedete sul palco con gli occhi chiusi in realtà noi ci immaginiamo di essere al Bang Bang Bar alla fine di una puntata della terza stagione di Twin Peaks.

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