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Interviste

Intervista ai GENGAHR

I Gengahr sono una band indie rock inglese, nata nelle aule della Stoke Newington School di Hackney. Il 9 marzo è stato pubblicato il secondo album ‘Where Wildness Grows’, anticipato dal bellissimo singolo ‘Mallory’.

In attesa di ascoltarli dal vivo sabato 7 Aprile al Covo Club di Bologna, dove suoneranno per la prima volta in Italia come main act, abbiamo fatto due chiacchere con Hugh.

Ciao ragazzi, il nuovo album è alle porte, siete eccitati? Che cosa ci dobbiamo aspettare?
Davvero non vedo l’ora, sì! Ci abbiamo messo anima e cuore in questo disco e finalmente è arrivato il momento di farlo ascoltare a tutti. Che cosa ci si aspetta? Direi che è un album che ti riesce a portare attraverso diversi stati d’animo ed energie, un racconto di ciò che abbiamo vissuto in questi ultimi due anni.

”Where Wildness Grows”: ci spiegate che cosa significa? Come è nato questo titolo?
La title track “Where Wildness Grows” è sul bisogno primordiale di ognuno di noi di crearci una vita con le nostre forze

Quanto è durata la fase del “work in progress” e come è stata? Faticosa o piuttosto ‘facile’? Dopo il successo del primo album, c’è molta attesa per questo vostro nuovo lavoro… tutto questo vi fa sentire sotto stress?
La scrittura di questo nuovo album è stata diversa dal primo, ma il processo è stato uguale: siamo partiti da alcune idee di base e ci abbiamo poi lavorato tutti quanti insieme cercando arrangiamenti più complessi. Abbiamo scritto tantissime canzoni e questa volta nella scrittura abbiamo cercato di dare spazio ai diversi aspetti della nostra scrittura, andando oltre i confini di genere e proprio quest’ultimo aspetto è stato davvero interessante.

L’impressione, ascoltando l’album è che ogni canzone sia stata bene pensata, come se fosse il risultato di una profonda ricerca musicale e di lunghe sessioni in studio. Ogni suono di chitarra, ogni voce.. tutto sembra assolutamente non casuale. E’ corretto dire che avete dato spazio all’improvvisazione? Molto artisti riconoscono l’importanza di questo aspetto nella loro musica.
Grazie! Beh, io credo che sin dalle primissime sessioni fino alle fasi più avanzate del processo di nascita dell’album, ognuno di noi sia approdato a suoni, note o beat inaspettati. Tutto poi, alla fine, è stato ri-arrangiato e rivisto di modo che il disco suonasse in maniera coesa.

Come sono nate le vostre canzoni? Vi va di raccontarci come si evolvono dal loro stato embrionale?
Ogni canzone ha un inizio di storia molto doverso. A volte è una linea melodica, altre un giro di basso o di chiatarre, possiamo insomma costruire una canzone da diversi punti di partenza.

Come definireste questo album paragonato a “A Dream Outside”? C’è un collegamento tra i due o percorrono strade parallele?
Credo che stilisticamente parlando sia un’evoluzione, dla momento che abbiamo allargato il nostro raggio di generi. Dal punto di vista delle liriche, invece, questo album racconta di storie personali e di nostre esperienza, senza alcun riferimento a storie supernaturali, che vanno al di là della realtà.

Non vediamo davvero l’ora di vedervi qui in Italia. Sappiamo che suonerete a Bologna ad Aprile. Cosa ci dobbiamo aspettare dal vostro live?
Noi non vediamo davvero l’ora di suonare in Italia! Siamo stati nel vostro paese solo una volta e me la ricordo come una delle esperienze più divertenti del tour. Suoneremo sia canzoni nuove che vecchie cercheremo di creare un’atmosfera dove gli spettatori possano sentirsi coinvolti, sia saltando ovunque che muovendo semplicemente le teste.

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